AÈB
Concetto arduo da capire questo, contenuto nel titolo del progetto che da gennaio di quest’anno si è man mano realizzato, con un’indagine parallela e sperimentale, di estremo interesse per la nuova stagione dell’arte, sospesa tra applicazione classica e digitale, negli albori di un’epoca che vedrà sviluppi travolgenti e ancora non immaginabili. L’arte, anche quando appare tragica, beffarda, violenta, è sempre bellezza donata da alcuni a tutti. L’arte, quando si innalza verso l’ineffabile altezza della creazione, è bellezza. L’arte, filtrata dalle mille intuizioni di rappresentare imprigionando ciò che appare nell’universo, è bellezza. La sola parola che la accosti, in una sinossi culturale complessiva, è bellezza. Ogni forma espressiva del pensiero in libertà, rivelato dalla sensibilità degli artisti di ogni dove, tende a scoprire ciò che manca nel pragma della comune condizione esistenziale ed è l’unicità di tale espressione, che in origine è unica e, con forme diverse, unisce i cinque continenti, le culture, le civiltà, la storia stessa.
Pensando e ripensando a dar vita e corpo a questo progetto, prima della sua creazione e realizzazione, un unico assillo mi perseguitava. Non era possibile realizzarlo se non coniugando l’antico al contemporaneo, la grande tradizione che in ogni branca dell’arte ha contraddistinto la nostra civiltà nei tempi passati, fino all’ultimo decennio del XX secolo, con le nuove tecnologie di ricerca e creazione espressiva. E così è stato. Tutto era fattibile unendo il vecchio al nuovo, la tradizione alla sperimentazione, in un confronto coraggioso, misurandosi oggi con i mezzi attuali e delle nuove tecnologie, con tutta la potenza degli audiovisivi attuali e con la forza della cultura pittorica italiana dal XII al XX secolo. I workshop ideati sono così diventati mondi a confronto, generazioni di artisti vis a vis, mezzi creativi in un’unica commistione tra tavole grafiche di ultima generazione, Imac, Ipad e pigmenti naturali che si rivolgono alla manualità e alla sapienza del generare colori, imprimiture su tele grezze, liberando l’acre odore degli olii e dei solventi o al rumore, ai “tac” dell’antico scalpello. Evocando vecchi stili di pittura e scultura e facendoli incontrare con una creatività meno manuale, ha legittimato quest’ultima legata all’uso dei mezzi informatici, facendo nascere una sola e continua linea di raccordo storico, tra il vecchio e il nuovo, tracciando una linea continua, senza alcuna sostanziale differenza e discontinuità. Agli artisti scelti è stata data un’opportunità esclusiva di promozione personale e di partecipazione ad un processo di unificazione storica dell’arte visiva, mettendo a loro disposizione mezzi creativi passati e attuali. Sperimentazione questa che ha dato risultati eccellenti, decisamente positivi e superando il principio di iniziale diffidenza anche formale e pratica, che fino ad oggi separava e divideva il nuovo dal vecchio, il conosciuto dallo sconosciuto, in una sorta di nuova riscrittura del sistema artistico, facendolo diventare un unicum contemporaneo.
Si ringrazia, per la nuova generazione di artisti Davide Castelmezzano, Luca Castelmezzano, Ivo Còtani, Lorenzo Gramaccia, Antonio Mango, Cristiano Quagliozzi. Per la generazione degli artisti tradizionali Giancarlo Chiancone, Stefano Cianti, Marco Crispano, Marco Giacobbe, Antonietta Orsatti, Luiza Pintilie, Piero Pompili, Giuseppe Rossi.
Paolo Berti – Curatore
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Le mostre di Arte è Bellezza curate da Paolo Berti, sfoglia il calendario degli eventi dove parteciperanno tutti gli artisti in lista su Arte è bellezza
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Il progetto Arte è Bellezza è finalizzato alla digitalizzazione del patrimonio artistico-culturale, localizzato in particolare nel territorio della Tuscia. Gli obiettivi principali da raggiungere sono la conservazione digitale del patrimonio, oltre a una maggiore diffusione, condivisione e circolazione delle opere d’arte, attraverso la loro digitalizzazione. Le attività di Arte è Bellezza si fondano su due pilastri principali fortemente interconnessi: arte digitale e contaminazione culturale.